In un mondo soffocato da tante forme di violenza, la nostra risposta deve essere radicale, senza compromessi.
I numeri sono implacabili: dal primo gennaio ad oggi, in Italia, sono 106 le vittime di femminicidio. Sono quasi 7 milioni le donne tra 16 e 70 anni che hanno subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale nella loro vita e, nel 2022, sono state più di 20 mila quelle che si sono rivolte a un centro antiviolenza e oltre 30 mila le chiamate all’1522, il numero antiviolenza e stalking.
Le donne subiscono minacce, sono spintonate o strattonate, sono oggetto di schiaffi, calci, pugni e morsi. Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici: nella metà dei casi di femminicidio l’assassino è il marito, il partner o l’ex partner, il convivente; negli altri casi il figlio, il padre, il cognato, il genero, il suocero, un collega o un conoscente. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner, nel 3,6% da parenti e nel 9,4% da amici. Anche le violenze fisiche (come gli schiaffi, i calci, i pugni e i morsi) sono per la maggior parte opera dei partner o ex.
Oltre alla violenza fisica o sessuale, le donne con un partner, subiscono anche violenza psicologica ed economica, cioè comportamenti di umiliazione, svalorizzazione, controllo ed intimidazione, nonché di privazione o limitazione nell’accesso alle proprie disponibilità economiche o della famiglia.
Non possiamo più chiudere gli occhi di fronte a un problema che affonda le radici nella struttura stessa della società. Non è più accettabile sostenere che si tratti di un fenomeno isolato o limitato a pochi individui violenti: “Not All Man" non può più essere uno scudo dietro cui nascondersi. È ora di smettere di barricarsi dietro a questa retorica vuota. Continuare a fingere è un atto di complicità!
Questa opera non è solo un’osservazione: è un grido di guerra contro la violenza di genere. Figure semplici, linee pulite e colori accesi per catturare l'attenzione degli osservatori e trasmettere il senso di immediata urgenza. Chiunque ci si trovi di fronte deve sentirsi investito da una chiamata all'azione, una convocazione per confrontarsi con la propria complicità nel perpetuare un sistema violento, deve sentirsi ispirato a diventare parte attiva nella demolizione di un sistema che perpetua la violenza di genere. Non più scuse, non più silenzi.
È ora di passare dalla contemplazione all'azione, di trasformare la rabbia e l'indignazione in forza motrice per il cambiamento.
Progetto realizzato per @fondazioneonda in collaborazione con @stradedarts
a CASERTA, in Via Alberto Beneduce.
a CASERTA, in Via Alberto Beneduce.
Foto e video di Antonio Visinali - STOKED Studios