Harraga è il grido ribelle che irrompe dalle viscere del dialetto marocchino e algerino, un inno di sfida scagliato contro le frontiere che cercano di imprigionare i sogni dei migranti. È il coraggio incendiario di chi si avventura senza documenti, bruciando le barriere con la fiamma ardente della determinazione. È la parola che afferra la disperazione e la trasforma in una fuga audace verso l'ignoto.
Il disegno è ispirato da una foto del fotografo napoletano Giulio Piscitelli, che con il suo progetto From there to here, culminato nella pubblicazione del libro Harraga, ha raccontato il lungo e difficile viaggio dei migranti. Nelle pagine del libro si narrano le sfide, le marce attraverso il deserto e i mari tormentati. È un racconto senza veli, un grido di resistenza che mostra la brutalità di un viaggio senza tregua.
Il lavoro è stato realizzato a Sant’Andrea di Conza (AV) grazie ai ragazzi di Io voglio Restare in Irpinia.